Premessa : la mia ultratrentennale esperienza nel campo del soccorso sanitario mi ha spesso messo a confronto con incidenti lavorativi. La realtà ravennate ha registrato delle vere stragi basti pensare all’incidente a bordo della M/n Mecnavi con 13 morti nelle stive alla fine degli anni 90, seguita a pochi anni dalla caduta in mare di un elicottero Puma con a bordo personale diretto ad una piattaforma off shore al largo di Marina di Ravenna. Anche in questo caso quasi per uno scherzo del destino si registrarono 13 vittime. Si arriva ai primi anni 2000 quando vivo in prima persona l’incendio di un intero reparto ( il mio reparto ) di Rianimazione. In questo caso solo la buona sorte evitò una strage, fu solo questioni di ore, ed invece di un solo morto carbonizzato, forse ne avremmo contata oltre una decina.
Concettualmente ho sempre rifiutato di pensare alla fatalità, viceversa analizzando con obiettività i fatti è sempre emerso il contributo del fattore umano. Talora gravi carenze strutturali ed una mancata formazione del personale ivi operante e anche delle cosi dette squadre di primo soccorso.
Cessando la mia attività operativa, per puro caso, ho iniziato a lavorare con uno dei tanti studi che si interessano di sicurezza ed igiene in ambiente lavorativo. Dico uno dei tanti perché queste attività sono fiorite come funghi ovunque, talora restano sul mercato pochi anni, poi chiudono i battenti spesso lasciando alle spalle strascichi di debiti, dipendenti e consulenti non pagati,etc. Non raramente dopo qualche tempo, con altro nome piu’ o meno esotico ritornano sulla scena riprendendo ad operare sempre con le stesse modalità truffaldine. Ebbene collocandomi dall’altra parte della barricata, mi sono reso conto che il triste rosario di morti ( 2/3 die) riportati dalle statistiche e la migliaia di infortunati ( termine generico in cui sono inclusi anche coloro che subiscono gravi disabilità per cui non potranno mai più entrare nel mondo del lavoro, con tutte le ovvie ricadute di disagi fisici,psicologici, familiari, economici che hanno un peso rilevantissimo anche soltanto considerando il mero aspetto economico), aveva molteplici cause, ma ancora una volta andava esclusa la fatalità . Non si tratta tanto di un problema legislativo, le leggi esistono, forse anche troppe, ma di una serie di gravi carenze che ne impediscono comunque la attuazione. Se mancano circa 1500 ispettori del lavoro, va da sé che in mancanza di adeguati controlli è facile cadere nella tentazione di non rispettarle. Ecco allora che se da una parte è stato creato un percorso formativo obbligatorio, per quanto discutibile per quanto riguarda contenuti ed orari dedicati alla formazione, nessuno va realmente a verificare il curriculum dei formatori ma soprattutto i contenuti di quanto propongono. Stante questa situazione si è creata anche in questo campo una irresponsabile corsa al ribasso, ovviamente favorita da personaggi, talora anche esercenti la professione sanitaria che per un piatto di lenticchie firmano decine, centinaia di attestati, senza aver nemmeno visto in faccia i discenti. Sul versante lavorativo gli utenti percepiscono questi corsi come una inutile perdita di tempo cui sono costretti a sottomettersi entrando in aula già con l’atteggiamento di chi in qualche maniera dovrà fare sera, fra una telefonata, un passaggio al bagno ( tutti affetti da malanni vari ) e interminabili partite sempre con i detestati cellulari. Che fare? Mandare tutti a casa, tante volte ho questa tentazione, ma l’imprenditore ti rammenta che non si può perdere il cliente, acquisito con tanta fatica. Esso comunque migrerà verso altra Agenzia che gli consentirà di fare i suoi comodi, consegnando al termine, dopo la somministrazione di quiz che sono una ridicola formalità, l’ambito attestato che la ditta ha comprato a tutti gli effetti. Purtroppo quando si parla di lavori in spazi confinati, lavori in quota o su fune, corsi anti-incendio ad alto rischio, questa scelta non solo è truffaldina e poco etica, ma concorre ad incrementare il numero di decessi perché un imbrago conservato male, indossato peggio non ti provoca fastidio, ma può ammazzarti nel giro di pochi minuti ( Sindrome della Sospensione Inerte) e lo stesso dicasi per un autorespiratore. La nostra scelta, anche se il mercato non premia, è quello di NON fare sconti di sorta durante questo tipo di corsi, non per altro abbiamo realizzato una palestra che crea una serie di ostacoli artificiali che mettono a dura prova gli allievi, tenendo presente che affrontano scenari asettici, in cui non esiste rischio di gas, non bisogna avanzare nel fango o strisciare su pavimenti abrasivi, ebbene anche in queste condizioni, partendo da una condizione di mancato stress ( non siamo in una emergenza reale) monitorizzando gli allievi durante le varie prove stiamo constatando che alcuni parametri vitali vedi FC-PA-SatO2 si modificano pericolosamente anche escludendo la fase di salvataggio della vittima. Ne deriva che in caso di emergenza reale, non essendo abituati ad affrontarla quotidianamente, le performance si abbassano pericolosamente ( fino al 20% ) con grave pericolo anche per la loro vita. A questo punto mi chiedo quanto può valere il dettame che il lavoratore preposto al primo soccorso su decisione del datore di lavoro NON può rifiutare tale incombenza? Sulla base di quali criteri stabilisce le sue scelte ? Ed il medico ‘COMPETENTE ‘ che ruolo gioca in tutta la questione? Ma ancora, visitando numerosi siti industriali per attuare quella che noi chiamiamo ricognizione visiva e fotografica, in vista di una esercitazione da fare direttamente nell’impianto, con le attrezzature disponibili o meno da parte del sito, ho rilevato come per tanti tipi di lavorazione comprensive della manutenzione e riparazione, ci si avvale del subappalto, persone che spesso devono affrontare le situazioni più disparate, malpagate, malformate e con una attrezzatura irrisoria. Questi sono alcune delle questioni emerse in questo periodo di attività, si converrà che è fuori luogo continuare a parlare di FATALITA’.
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Dott. Preziosi Sabino
Specialista in anestesia e rianimazione – cardiologia – medicina iperbarica – medico di elisoccorso 118