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Un’altra questione emersa riguarda la confusione che non è solo semantica fra addetto al PRIMO SOCCORSO ed addetto al PRONTO SOCCORSO, è palese che nel nostro caso il soccorritore aziendale, figura che per altro non ha ancora alcun profilo ben delineato dal punto di vista normativo come accade per i nostri autisti-soccorritori sia di associazioni private che del 118, può anzi deve essere impiegato solo nella prima funzione ed allora tutto il programma ministeriale andrebbe rivisto perché è un elenco di malattie, sintomi, segni e diagnosi. A tal riguardo faccio una piccola digressione menzionando anche la ‘famigerata valigetta di primo soccorso aziendale’ corredata da un lungo elenco di istruzioni e consigli per l’uso ( datata oltre 25 anni fa) essa rappresenta in piccolo la schizofrenia esistente in campo lavorativo, presidi obsoleti ( un esempio per tutti, il laccio di gomma da prelievo venduto come laccio per arrestare emorragie)e norme francamente ridicole ( un esempio per tutti: morso di vipera, che notoriamente è stanziale in uffici ed aziende, mettere un laccio a monte e SOMMINISTRARE SIERO che grazie a Dio non è più in vendita ) eppure se in azienda non esiste questo ridicolo e per certi versi pericoloso monile si può incorrere in severe sanzioni ( tanto l’ispettore che ne sa di certe cose, carta cantat come si dice, quindi devi avere la preistorica dotazione).
Essendo di estrazione 118 ho inserito in ogni corso la fase di ALLARME, spiegando come funziona il sistema, come sia necessario dare informazioni sintetiche ma esaustive, cosa è la intervista telefonica corredando il tutto con una fase esercitativa proprio perché da esperienza vissuta, molto spesso si arrivava sul sito lavorativo non sapendo assolutamente cosa avremmo trovato. Per altro questa fase formativa è assai utile anche al cittadino, all’automobilista, al padre di famiglia …… sicuramente assai più utile di conoscere edema polmonare o asma bronchiale. In genere questo argomento trova molto gradimento, per altro per un Soccorso Rapido ed Efficiente la Fase di ALLARME è fondamentale, ma qui sorgono altri problemi, in molti siti solo il preposto è incaricato di gestire questa fase, ma non è detto che esso arrivi in tempi leciti sulla scena, successivamente c’è spesso il passaggio della informazione alla portineria, sempre che non ci sia una ulteriore fase intermedia, qualora esista una infermeria nello stabilimento, risultato finale:
a) Per il gioco del passa parola che tutti i bambini della mia generazione conoscono alla fine giunge alla centrale un messaggio del tutto generico.
b) Per una serie di patologie come Arresto Cardiaco ( 6-8 minuti) Infarto del Miocardio ( 60 minuti da evento ad emodinamica) politrauma ( Golden hour ) si arriva maledettamente lunghi e vite salvabili vengono perse.
Soluzione : i preposti alla stesura dei piani di emergenza dovrebbero avere una minima informazione su tali tematiche e tempistiche elaborando piani plausibili.
Altra criticità è sapere distinguere la Fase di Salvataggio da quella di Primo Soccorso, tenendo presente che quando è possibile devono intersecarsi, poiché l’addetto al Primo Soccorso deve adoperarsi affinchè la vittima NON subisce un aggravio delle sue lesioni durante il primo approccio. Anche all’ultimo Congresso Nazionale tenutosi a Bologna ho visto decine di filmati ed anche esercitazioni in cui personaggi carichi di moschettoni, corde e quant’altro, piu’ che preposti al Soccorso Industriale, parevano apprestarsi ad una scalata in falesia, l’infortunato era raggiunto con tecniche superlative ma sul recupero si poteva pensare fosse solo una salma, corpi penzoloni, spezzati in due, capi iper-estesi, insomma tutto ciò che non devi fare ad una colonna vertebrale. Anche chi utilizzava qualche presidio, tutti ampiamente commercializzati in Italia e nel Mondo, raramente si trattava di device medici quasi sempre di device di salvataggio. Ora quando esiste lo stato di necessità si fa come si può con quello che si ha a disposizione, usando anche le sole mani, ma come insegna la Giurisprudenza ‘ lo stato di necessità’ non può diventare l’alibi per giustificare ogni nostro operato. Esemplifico: trovo una persona in fondo ad un silos, se precipitato da 20 metri ci può stare che una volta recuperato sia para-tetraplegico, ma se ha avuto un malore sul fondo ed una volta recuperato, io professionista del soccorso,lo trovo paralizzato sono tenuto a sospettare che sia stato recuperato come ‘ un sacco di patate’.
Capitolo Elisoccorso : oramai questo Servizio è diffuso ovunque, sugli incidenti lavorativi industriali o agricoli, le Centrali Operative sono orientate ad attivare tale mezzo anche perché spesso siamo fuori dalla cerchia cittadina ( per decreto 118 i tempi di intervento standard sono di 20 primi, quindi fuori dai criteri di salvabilità per determinate Emergenze) ebbene nelle realtà da me visitate l’argomento è del tutto sconosciuto, provo a far capire l’importanza dell’intervento di una equipe addestrata alle tecniche di soccorso più avanzate, ma non solo, da decenni si dice che il PAZIENTE non va portato all’ospedale più vicino, ma vige l’assioma PAZIENTE IDONEO nell’ ospedale IDONEO. Non porterò mai un paziente Ustionato all’ospedale di Ravenna perché non dotato di Centro Grandi Ustionati, così come qualsiasi Politrauma dovra’ afferire ad uno dei Centri HUB TRAUMI che per quanto ci riguarda sono l’ospedale di Cesena o il Maggiore di Bologna, solo così si danno più possibilità di sopravvivenza al TRAUMA MAGGIORE. Necessita un eliporto ? Assolutamente no…..basta uno spiazzo pulito 30×30 senza fili al traverso ed alcune semplici norme per segnalazione da terra e sicurezza e l’intervento di questo mezzo che in molte realtà compie ormai i 30 anni sarebbe meno indaginoso, senza inutili perdite di tempo che sono poi dannose per l’infortunato. Al momento non ho ricevuto una sola richiesta di consulenza in merito …… quindi siamo fermi al concetto ‘abbiamo fatto sempre così’ perché cambiare, crearci problemi. Se l’elicottero è costretto ad atterrare a 2 KM problemi dell’equipaggio e dell’infortunato che muore. Ho proposto anche una soluzione B…… organizzatevi per venire a recuperare personale ed attrezzature ma in tempo reale e con un mezzo idoneo, della serie in caso di emergenza ognuno deve sapere esattamente cosa fare, in caso contrario come spesso è successo siamo arrivati sul posto facendo l’autostop e non rispettando un chiaro obbligo assicurativo, vale a dire possiamo salire solo su mezzi istituzionali, in caso contrario, qualora succeda un incidente dobbiamo sperare di essere saliti su un mezzo idoneo ( notare che ci sono circa 3.000.000 di veicoli non assicurati).
Far passare questi concetti è molto difficile, pensare di far acquistare presidi idonei ad una Soccorso corretto ancora di piu’e spesso stiamo parlando di multinazionali, ritengo comunque che si debba proseguire su questa strada, perché fare la conta dei morti sul lavoro, dedicare la Giornata o fare manifestazioni ( in verità sempre piu’ rare ) con scritte ‘MAI PIU’ non serve assolutamente a nulla, resta comunque scandaloso che in un paese che si reputa civile si esca di casa per andare al lavoro per far ritorno all’obitorio.
Dott. Preziosi Sabino
Specialista in anestesia e rianimazione – cardiologia – medicina iperbarica – medico di elisoccorso 118